La prima domanda che può venire in mente quando si parla di paura del giudizio è “perché lo temiamo?”. La maggior parte delle persone teme in un modo o nell’altro di non venire accettato a causa dell’aspetto fisico o delle origini, del livello di educazione oppure a causa del lavoro che si svolge o ancora per l’età. Ognuno di noi teme di venir giudicato per un aspetto piuttosto che per un altro, ma ciò che si riscontra alla base di tutto è il timore di essere esclusi, emarginati o addirittura umiliati. Quando questo timore è vissuto in modo estremo può addirittura trasformarsi in fobia sociale.
Perché è importante liberarsi della paura del giudizio? Perché continuare ad aver paura del giudizio degli altri significa camminare quotidianamente con uno zaino pieno di pietre sulle spalla, un vero e proprio fardello che limita ogni nostra scelta. La domanda che possiamo porci è: “quanto è utile andare in giro con uno zaino pieno di pietre sulle spalla?”, la risposta ovviamente è scontata.
Inizia a prendere consapevolezza del fatto che quando qualcuno ti giudica male, per ciò che fai o per ciò che dici, non è un problema tuo, bensì dell’altra persona. Essere accettati rappresenta sicuramente un bisogno fondamentale e necessario per il benessere dell’individuo, ma quando il raggiungimento di questo bisogno mina la libertà di scelta e la serenità della persona è necessario ridimensionarne l’importanza. Ma come si può nella pratica lavorare per liberarsi dalla paura del giudizio?
Non è certo cosa facile ed immediata ma sicuramente il primo passo da compiere è rinunciare a voler essere perfetti. Se si ha paura che gli altri ci giudichino, molto probabilmente è perché in prima persona si hanno degli standard troppo elevati. Spesso si è troppo severi con se stessi ed ogni errore, imperfezione o fallimento rappresenta una grande ed insormontabile sconfitta che mina in modo significativo la propria autostima. In tali casi è necessario iniziare ad accettare l’idea che non si può tenere sempre tutto sotto controllo e che gli errori che si compiono non vanno ad intaccare il proprio valore personale.
Il secondo passo è accettare che non si può piacere a tutti. Per quanto si cerchi di andare d’accordo con gli altri sia in campo lavorativo, familiare o delle amicizie ci sarà sempre qualcuno a cui non piacerai che giudicherà in malo modo i tuoi comportamenti, le tue scelte, il tuo modo di affrontare le cose. Prestare troppa attenzione a tali giudizi e critiche non costruttive, non fa altro che distoglierti dal raggiungimento degli obiettivi che ti stanno veramente a cuore.
Il terzo passo è rinunciare ad interpretare un ruolo a tutti i costi. In psicologia ruolo e identità sono due concetti ben distinti, sebbene fortemente interdipendenti. L’identità si riferisce a ciò che siamo realmente, un nucleo stabile che ci permette di trovare e riconoscere una coerenza in tutto quel che facciamo: ossia il sentirci sempre noi nonostante i cambiamenti che intervengono nei luoghi, nei contesti e nel tempo. Il ruolo invece è costituito da un insieme di comportamenti e atteggiamenti che si costruiscono attorno ad una determinata posizione sociale o immagine che si vuole mostrare agli altri. Investire le proprie energie su ciò che si è realmente e non sul ruolo che si vuole ricoprire o interpretare è un passo fondamentale per liberarsi dalla paura del giudizio. Provare per credere.