Ognuno di noi l’ha sperimentata almeno una volta nella vita: da bambini il primo giorno di scuola, di fronte ad una situazione nuova o a persone mai viste prima. Molto probabilmente anche da adulti, in molti, non provano un gran piacere ad essere al centro dell’attenzione. Ma non sentirsi a proprio agio quando gli altri hanno gli occhi puntati su di noi non significa essere timidi.
Cosa significa essere timidi? Timidezza significa provare molto spesso la tremenda sensazione di essere inferiori agli altri, indipendentemente da chi essi siano e da quale sia il contesto. In reazione a questo sgradevolissimo vissuto, la persona timida mette in atto dei comportamenti caratteristici come arrossire spesso, parlare e sorridere poco, chiedere scusa anche quando non ce n’è bisogno, non guardare negli occhi gli altri, impiegare più tempo per rispondere o per rilanciare una conversazione o utilizzare frequenti pause di silenzio all’interno di un discorso.
Ne consegue che la persona timida tende a mantenersi in ombra e a non prendere l’iniziativa in qualsiasi tipo di situazione sociale per evitare di essere al centro dell’attenzione e di incorrere in giudizi da parte degli altri.
La timidezza quindi può trasformarsi in un vero e proprio problema psicologico che prende il nome di ansia sociale. La caratteristica dell’ansia sociale è una forte e persistente paura di una o più situazioni sociali al punto da spingere la persona ad evitarle a causa della paura di venire umiliati, giudicati o di sentirsi in imbarazzo. La persona con ansia sociale riconosce che la propria paura è eccessiva e irragionevole ma continua ad evitare tutte le situazioni che gli provocano disagio: incontrare persone nuove, entrare in una stanza affollata, mangiare o bere davanti agli altri, parlare a persone che rappresentano l’autorità, telefonare a conoscenti o estranei, partecipare ad una festa, parlare di fronte ad altre persone sono tutte situazioni da evitare per non provare paura ed imbarazzo.
La vita sociale si restringe al punto tale da creare una serie di problemi, sia a livello di amicizia e coniugale che a livello lavorativo o scolastico.
Di tutti i trattamenti disponibili, la Terapia Cognitivo Comportamentale (TCC) ha dimostrato di essere quella maggiormente efficace per il disturbo d’ansia sociale. La terapia cognitivo comportamentale porta la persona a riappropriarsi della propria vita seguendo tre passi principali:
1)imparare come controllare i sintomi fisici dell’ansia attraverso il training al rilassamento e gli esercizi di respirazione addominale.
2)riconoscere i pensieri negativi e disfunzionali che scatenano e alimentano l’ansia sociale sostituendoli con punti di vista più equilibrati.
3)affrontare le situazioni sociali temute in modo graduale e sistematico, invece di evitarle.
Provare per credere!